Durante il solstizio d’inverno le nostre Antenate e i nostri antenati preparavano falò con legno di pino silvestre per incoraggiare il ritorno del sole e fertilizzare la terra per i raccolti futuri.
Una tradizione arrivata a noi dai popoli del Nord, era quella di agghindare i pini con ninnoli e luci nel periodo del solstizio.
Si pensava che questo servisse ad aiutare, sostenere e benedire il ritorno della luce.
Sebbene la tradizione dell’albero di Natale abbia solo poche centinaia di anni, è strettamente collegata ad alcuni di questi antichi rituali.
Quando una madre partoriva, sia lei che il bambino venivano segnati girando tre volte attorno al letto una candela d’abete accesa (con le radici infatti si realizzavano le candele), in modo che purificasse la stanza dalle interferenze pesanti che potevano avvicinarsi ai due.
In effetti l’incenso fatto con aghi di pino, resina o olio è noto come purificatore degli spazi.
Con il legno di Pino venivano costruite le navi, ma non doveva mai essere abbattuto durante la Luna calante. Grazie all’alto contenuto di resina nel legno, le navi erano resistenti all’acqua e il legno marciva meno. Per lo stesso motivo venivano sigillate con legno di pino anche le botti di birra.
Quest’albero ha anche un’ampia gamma di proprietà curative. La resina e gli aghi sono espettoranti e balsamici con proprietà antisettiche e disinfettanti.
Le gemme, sono balsamiche, anticatarrali, decongestionanti e diuretiche.